Il complesso si articola intorno al fabbricato primigenio dell’opificio di Brenta al quale nel corso dei decenni sono stati addizionati volumi industriali di scarsa qualità architettonica. Parte di questi sono andati distrutti durante un recente incendio lasciando un vuoto urbano e territoriale, mentre uno dei volumi, quello che si appoggia al fabbricato massivo dell’ex opificio è eretto nelle sue parti strutturali: un muro perimetrale, due pilastri e una trave reticolare di impatto architettonico. A questi si addiziona un’ex cabina enel convertita per un progetto Reality.
L’ex opificio
Portata alla luce la tessitura muraria tipica lombarda mista dei perimetrali, l’edificio è stato svuotato per operare i necessari interventi di riqualificazione edilizia ed energetica. Acciaio e vetro enfatizzano l’intervento contemporaneo. Il legno sottolinea il recupero di forme ed elementi. I pavimenti in resina grigia non interferiscono con l’atmosfera di luce che si crea negli interni nonostante la massività dell’involucro. E’ spazio libero e aperto. Un contenitore di idee.
Il giardino delle sculture
Sorge nel cortile di fabbrica, ispirato dalle antiche mura che creano una sorta di giardino protetto. La terra si modella fotografando le montagne circostanti, crea avvallamenti, si scosta per lasciare spazio ad un percorso per rimontare nuovamente con un’onda di prato. Piccole luci incastonate qua e là, un dehors, quasi un deck di legno in mezzo ad un sinuoso movimento di verde che diventa quinta per sculture o opere letterarie.
L’ex fabbrica
Uno spazio completamente buio od oscurabile, con illuminazione scenica a punti o a riflessi di specchi che esaltino con dramma le opere, gli attori, gli spettatori, le apparizioni. Uno spazio con acustica di qualità. Uno spazio cui si aggrega l’area di preparazione gastronomica di supporto all’evento o evento esso stesso.